Pesca sportiva: un futuro roseo ad un piccolo prezzo

Sulla mia rubrica “Striscia il pescatore” della rivista Pesca da Terra ho raccontato un po’ gli scenari che potevano prospettarsi per la pesca nel 2018. Ho raccontato dei potenziali rischi e di ciò che si potrebbe proporre al nostro Governo per far ottenere  un salto di qualità alla nostra categoria.

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Probabilmente il 2018 sarà decisivo per il nostro futuro e proprio per queste motivazioni è da giorni che mi pongo le seguenti domande: siamo sicuri che ogni anno valga la pena combattere sempre la stessa battaglia? Non sarebbe meglio spendere le forze per qualcosa di indeterminato senza avere l’ansia ogni volta di protendere verso un futuro poco roseo? E’ necessario un lavoro legislativo ad hoc per la categoria. Una legge che riconosca i pescatori sportivi e ricreativi come una branca importante della pesca italiana. Per ottenere questo primo passo potrebbe essere imposta una licenza a pagamento dal Governo, tornando punto e a capo perché  sarà molto difficile convincere la nostra politica  che i soldi dovranno essere investiti esclusivamente per il nostro settore e l’ambiente. A mio giudizio una valida alternativa a tutto ciò sarebbe un piccolo esame. Questa idea deriva dal fatto che molto spesso i pescatori non sono a conoscenza di tutte le leggi e, a volte, di quelle più importanti. A partire dai più giovani (16 anni), si potrebbe proporre un esame conoscitivo  in stile patentino del motore da 50cc. Sarebbe una buona scusa per imparare al meglio tutte le regole che servono per andare a pesca. Nei gruppi FB noto che troppe persone non hanno idea di ciò che pescano. La mia idea sarebbe di un patentino valido a vita e così costituito: una prova a risposta multipla in cui chiedere: riconoscimento della specie e misura minima, domande sulle leggi nazionali (e in caso a livello regionale) e per ultimo un caso studio per le norme di comportamento di sicurezza e, in generale, di pesca. Con questa soluzione i pescatori potrebbero finalmente avere un quadro completo delle leggi da rispettare e allo stesso tempo sarebbero tutelati dalle informazioni apprese. In questo caso le associazioni di settore potrebbero stringere un accordo con il Governo: pescatori non professionali informati in cambio di un riconoscimento di un ruolo sociale all’interno del settore pesca. Gratuito. Credo che sia una soluzione utile per tutti, considerato che gli stessi pescatori sono i primi alleati del mare e un potenziale valido aiuto agli organi di controllo.

Andrea De Nigris